Siate eretici: l'eretico ha poche certezze e tante domande, l'unico modo per essere sempre in cammino

10 anni fa te ne sei andato….

“Se questa notte di maggio io ti penso ad ascoltare e ci si potesse parlare” sono le parole di una bellissima canzone di Fiorella Mannoia che ascolto mentre scrivo queste righe…..Parlo a me in questa notte, una notte che 10 anni precedeva il mattino dell’addio a Oliviero. Così  questa sera ho deciso di parlare anche a te, babbo, e ti penso ad ascoltarmi mentre scrivo queste righe con negli occhi e nella mente il pensiero di noi due…..

Di te che da piccolo mi monti in canna in bicicletta e mi porti a spasso a farmi vedere con orgoglio le case che hai costruito, di te che mi dedicavi le tue domeniche, la mattina portandomi in giro e il pomeriggio portandomi allo stadio, di te che orgoglioso e curioso come eri a 40 anni ti sei messo a studiare per fare meglio il tuo mestiere, a te che mi hai sempre dato fiducia, anche quando sono bocciato a scuola e hai voluto farmi provare cosa vuol dire il duro lavoro mandandomi in estate in vetreria non per punire, ma per far capire cosa voleva dire non studiare, per essere stato per anni il mio primo tifoso quando giocavo, per non essere mai entrato nelle mie scelte, rispettandole e avermi dato tempo di imparare dai miei errori…..

E’ stato un addio improvviso babbo quello di 10 anni fa; inatteso, se penso che poche ore prima eri su una scala a fare dei buchi con il trapano alla terrazza a casa e che solo quella sera prima di cena ti avevo salutato in fretta lungo le scale di casa tua….

Quante volte ho pensato a quel saluto frettoloso, quasi senza guardarti, perché andavo veloce sapendo che il giorno dopo ti avrei rivisto da me con la tua Renault 4 e i tuoi vestiti da muratore, pronto a una nuova mattina di lavoro, gia’ sul pezzo prima che io partissi per il mio di lavoro. Me ne sono andato con un ciao veloce, senza dirti anche solo “ti voglio bene” …..

Poi ti ho accompagnato negli ultimi momenti dello stare con noi, da quando sono arrivato a casa ed eri ancora vivo, fino a quando non sei entrato in quella camera d’ospedale e te ne sei andato. Ma avrei voluto essere lì dentro accanto a te ad accogliere l’ultimo tuo respiro per portarlo per sempre dentro di me.

Caro babbo, i giorni e le notti di maggio nella gioia e nel dolore hanno spesso accompagnato le cose importanti della mia vita: il giorno in cui sono nato, il mese in cui Stefano è stato concepito, il giorno in cui tu ci hai lasciato. Ma altri giorni e notti di maggio in altri anni e altri tempi hanno segnato momenti importanti della mia vita. A maggio sono stati uccisi Aldo Moro e Peppino Impastato due persone che hanno segnato i tempi dei miei impegni e dei miei valori, da ragazzo e da adulto. A maggio del 2011 ho lasciato il calcio, una delle passioni che mi avevi trasmesso, sempre a maggio un anno dopo sono entrato in Libera.

Oggi sono andato a casa dalla mamma e ho riletto le parole che erano state scritte quel 26 maggio di 10 anni fa: Manola ti ringraziava, Nadia parlava d’amore, Stefano ricordava la voglia di vivere che gli hai trasmesso, Giovannella parlava di gioia, Anna e Vittorio della tua simpatia,  Mauro del tuo sorriso….

Ma tutto questo è  solo per dirti il bene che ancora sento e nutro per te babbo, in questa notte di maggio che dedico a noi due e che è segno dell’amore che ci lega per sempre aldilà della morte che oggi ci separa fisicamente.

E’ una notte questa babbo da trascorrere così,  da soli, solo per ricordare il tempo trascorso insieme, il padre e il figlio che siamo stati, per dirti grazie e sperare di rivedersi nel non tempo che verrà dove desidererei tanto poter tornare bambino seduto su quella canna della bicicletta , e guardarti mentre mi sorridi e pedali verso la nostra libertà…. Ti voglio bene…..

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