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Dalla vergogna alla speranza….da Catania a Riace….la sfida è anche dentro ciascuno di noi

Sono ore tristi e di vergogna quelle che stiamo vivendo; vergogna per la nostra Europa, per il nostro paese e anche per ciascuno di noi per quanto sta accadendo su quella nave italiana, guidata dagli uomini della nostra guardia costiera, attraccata in un porto italiano, dove si tengono uomini e donne “ostaggi” della nostra incapacità politica e anche personale di non saper da un lato (la politica) governare quanto accade e dall’altro (quello nostro) di non sapersi più indignare.
Una vergogna che non nasce oggi, che dura da anni nel nostro continente, e alla quale non sappiamo reagire perchè hanno inculcato in noi che lo straniero oggi è il nostro primo nemico.
Tutto ciò altro non è che un segnale della crisi dello stato di diritto in corso nel nostro paese e nell’Europa una terra che dalla fine della seconda guerra mondiale è stata segnata dalla conquista e dal riconoscimento di diritti inalienabili per ciascuna persona.
Mi fa paura la politica europea per come ha affrontato e affronta il fenomeno migratorio, mi fa paura la superficialità con cui noi accettiamo, da sudditi e non da cittadini, che vengano calpestati i valori sui quali siamo cresciuti. Domani potrebbe toccare anche a noi di perderli.
Ma in questo disfacimento di valori e di principi, occorre avere il coraggio di saper guardare oltre cercando eventi positivi, sul lato dell’accoglienza e dell’integrazione, che fortunatamente accadono e sono presenti nel nostro paese.
Allora, nel segno della speranza, mi piace volgere lo sguardo da Catania a Riace, dalla Sicilia alla vicina Calabria, dove politica e cittadini hanno avuto tutti un altro passo.
Nel 1998 Riace vecchia era una cittadina collinare con molti giovani che se ne andavano e nessuna persona che arrivava. Una città che stava morendo.
Poi una nave di 200 curdi attraccata in Calabria, segnò la svolta. Percorrendo i pochi chilometri che dalla costa portavano su lungo le colline, queste persone arrivarono a Riace vecchia. 
Di loro oggi ne è rimasto solo uno, ma quella cittadina, grazie all’arrivo negli anni dei migranti di 20 diversi paesi, ha preso a rifiorire e oggi su 1800 persone, ben 400 sono cittadini stranieri.
Tante di loro hanno trovato casa e lavoro qui, si sono integrati, sono stati accolti bene dai calabresi e si sentono parte viva di quella comunità.  
Certo anche con difficoltà, con resistenze, ma anche con tanta voglia, da parte dei cittadini di Riace di accogliere la sfida e di provare questa avventura.
Scrive il Corriere della Sera: “grazie ad un programma di finanziamento del governo italiano che dura
ormai da dieci anni, per ogni migrante l’amministrazione riceve 30 euro
giornalieri, che vengono usati per fornire loro un’abitazione, dei soldi
da spendere e per qualcuno, un lavoro. Per far si che il denaro non
venga disperso, ma che rimanga all’interno della comunità paesana, ai migranti non vengono dati dei soldi, bensì dei bonus di diverso valore che sono accettati soltanto a Riace. In questo modo l’anestetizzata economia della cittadina sta lentamente tornando a girare”.
La buona politica (un sindaco illuminato e un’esperienza per anni finanziata dai diversi governi) e cittadini illuminati (non impauriti dalla diversità, ma pronti a contaminarsi) hanno reso possibile tutto ciò.
Poi purtroppo la “cattiva” politica (rappresentata dai due ultimi governi) ha preso il sopravvento e da due anni si è smesso di finanziare questo progetto a dispetto non solo dei migranti, ma degli stessi cittadini italiani.
Così gli ultimi due governi (in questo c’è continuità) stanno mettendo a rischio un progetto che una politica sana dovrebbe cercare di far sviluppare anche in altri contesti. 
 Chissà come finirà questa vicenda, se vincerà la buona o la cattiva politica.
Ma nel segno della speranza che vuole contrapporsi alla vergogna delle tante Catania e navi diciotto di questi anni, alle morti di tante persone in mare, a una guerra tra poveri alimentata dai governanti tra europei e migranti, mi piace concludere con le belle parole del Sindaco di Riace Domenico Lucano: “La vera accoglienza è in ognuno di noi ed è su questo concetto che vanno costruite le città del futuro”.
Questa la sfida che ci attende.
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