Quanto accaduto in queste ore sia a Firenze con la condanna di un carabiniere per la violenza sessuale ai danni di due ragazze straniere e il rinvio a giudizio dell’altro da un lato e la svolta nel processo per la morte di Stefano Cucchi dall’altro, sono eventi che ci spingono a riflettere.
C’è in noi certamente una grande tristezza nel vedere come questi fatti hanno coinvolto persone che operano all’interno di un corpo come i Carabinieri, al quale affidiamo la nostra sicurezza e verso il quale resta comunque la nostra stima e considerazione per il valore dei tanti militari che al suo interno svolgono il loro servizio a favore del paese e a rischio della loro stessa vita.
C’è in noi però contemporaneamente una speranza nel vedere la bellezza di donne come Ilaria Cucchi, che attraverso un lavoro instancabile e una costanza incredibile nella ricerca della verità, riescono a far emergere la luce anche dal tunnel più profondo.
Mi piace molto come oggi Andrea Scanzi ha definito Ilaria Cucchi “una delle donne più belle d’Italia”
Resta il rammarico di una politica che, neanche di fronte a fatti così incontrovertibili, non trova il coraggio e la forza di chiedere scusa dopo le prese di posizione assunte nel corso di questi anni sul caso di Stefano Cucchi.
Penso all’ex ministro Carlo Giovanardi che verso la fine del 2016 si pronunciava così: “Ilaria Cucchi sostiene che il fratello è morto per le fratture? Davanti a 20 periti e a 4 dei più grandi luminari italiani che si sono pronunciati, non credo certo agli asini che volano”.
Penso all’allora deputato del Parlamento Europeo Matteo Salvini che all’inizio del 2016 affermava: “Io sto comunque con polizia e carabinieri. Mi sembra difficile pensare che in questo caso, come in altri, ci siano stati poliziotti e carabinieri che per il gusto di pestare abbiano pestato. Se così fosse, chi l’ha fatto dovrebbe pagare. Però lo si fa con una sentenza, anche se della giustizia italiana io onestamente non ho molta fiducia.Comunque, onore ai carabinieri e alla polizia”.
Ho avuto occasione in queste settimane di assistere al film “Sulla mia pelle” dedicato a quei 6 giorni che trascorsero tra l’arresto e la morte di Stefano Cucchi e si esce con un sapore amaro in bocca e con il voltastomaco.
Si pensa che quanto accaduto a Stefano Cucchi, può accadere a chiunque.
Quello che fa più rabbia non è solo capire che in quelle prime ore è avvenuto un pestaggio che ha portato alla morte una persona, ma vedere che delle tante persone che Stefano ha incontrato in quei giorni e che hanno un ruolo pubblico nella vita di questo paese(tra medici, infermieri, agenti di polizia penitenziaria, carabinieri, ufficiali), nessuno ha avuto il coraggio di fare un passo, denunciare una situazione. A nessuno è venuto un dubbio, una perplessità, ma tutto trascorre all’interno di una omertà assoluta.
Nessuno mette in discussione i reati di detenzione ed uso di droghe di Stefano Cucchi, ma quello che emerge è che in quei 6 giorni è stato messo in discussione lo stato di diritto di un paese attraverso un’omertà continuata poi nel tempo e nel corso degli anni.
Uno stato di dirittto che oggi invece è un pò più forte.
Da un lato ci sono tantissimi militari onesti e coraggiosi che difendono ogni giorno la nostra sicurezza e libertà, ma nel contempo ci sono anche militari che hanno subito un primo grado di giudizio di condanna, o sono in attesa di un giudizio per un reato grave come la violenza sessuale a Firenze e ci sono altri militari che dopo la confessione di un loro collega, rischiano una pesante condanna nel processo Cucchi in corso a Roma.
E se questo stato di diritto è oggi un pò più forte lo dobbiamo anche alla bellezza di donne e uomini come Ilaria Cucchi, a una sofferenza trasformata in una ricerca di verità e giustizia che possiamo e dobbiamo solo ammirare.
Allora penso che se Carlo Giovanardi e Matteo Salvini chiedessero scusa a Ilaria Cucchi e ai genitori di Stefano non ci sarebbe niente di male.
Non sarebbe un atto di debolezza, ma un atto di forza e di amore verso la libertà e lo stato di diritto, un atto di amore verso il nostro paese e la nostra democrazia, perchè quando la verità viene a galla e la giustizia può fare il suo corso, chi esce più forte siamo tutti noi come comunità.
A volte anche gli asini volano, se con amore, forza e costanza, cerchiamo la verità….
Grazie Ilaria…..