Si
sente parlare spesso in questo tempo di crocifissi e di rosari come
simboli della nostra religione e della nostra tradizione.
E’ bene ricordare da dove questi simboli vengono….
Chi dice di essere cristiano oggi, deve avere coscienza che il
cristianesimo (e in particolare il cattolicesimo), più di altre, è una
religione nata da migranti.
partiamo dal vecchio testamento:
Migrante era Abramo che parti dall’area di Ur di Caldea per seguire il
suo Dio e una discendenza promessa….(nelle veglie di Pasqua ancora
oggi si canta nelle nostre parrocchie questa canzone: “Abramo amico mio,
parti e vai lontano nella terra che dirò io….e questa è parola,
parola del tuo Dio ogni giorno sul tuo cammino….)
Migrante è
stato il popolo di Israele quando è fuggito dalla schiavitù in
Egitto….(un pò come fanno oggi i richiedenti asilo o aiuto umanitario)
alla ricerca della terra promessa (il sogno insopprimibile di ogni
uomo)
Andiamo dopo il Vangelo:
Migranti erano gli Apostoli che dopo la risurrezione di Gesù partirono verso nuove terre e nuovi porti….
San Pietro sbarcò in Puglia per poi arrivare a Roma diventando il primo papa della storia del cristianesimo
San Giovanni Apostolo invece si spostò in Anatolia occidentale, nell’Asia Minore, in particolare a Efeso
Migrante fu San Paolo che viaggiò prima in Grecia e poi in Turchia, per poi essere arrestato ed arrivare a Roma
Mi fermo ai tre principali personaggi che dopo la morte di Gesù hanno
maggiormente diffuso il cristianesimo nel mondo allora conosciuto.
Noi credenti di oggi, siamo il frutto di quei migranti, che ebbero il
coraggio di lasciare tutto per andare ad evangelizzare il mondo.
Al centro di tutto Gesù, che non era un migrante, ma che nei suoi unici
tre anni di predicazione prima della morte è stato sempre in cammino,
non aveva una casa, non aveva proprietà, viveva per la strada e nelle
strade incontrava persone, parlava, insegnava….
Certamente il
cristianesimo è la religione della strada, è lì che si svolge la
vita….incontrando e conoscendo chi ti passa accanto, chi la vita ti
mette accanto, chiunque esso sia….
L’incontrario di quello che
stiamo facendo noi, richiudendoci nelle nostre paure, dietro le porte
delle nostre case, dentro i nostri confini, magari agitando in mano un
segno che ci richiama alla religione a cui diciamo a parole di credere.
Il cristianesimo è un modo di vivere, è uno scommetere sull’amore e non
sul nemico, non è un simbolo da appendere o da tenere in casa o
addosso.
Una sfida per noi stessi, ogni giorno che investe la nostra personale coscienza e la nostra personale esistenza.
cristianesimo (e in particolare il cattolicesimo), più di altre, è una
religione nata da migranti.
partiamo dal vecchio testamento:
Migrante era Abramo che parti dall’area di Ur di Caldea per seguire il
suo Dio e una discendenza promessa….(nelle veglie di Pasqua ancora
oggi si canta nelle nostre parrocchie questa canzone: “Abramo amico mio,
parti e vai lontano nella terra che dirò io….e questa è parola,
parola del tuo Dio ogni giorno sul tuo cammino….)
Migrante è
stato il popolo di Israele quando è fuggito dalla schiavitù in
Egitto….(un pò come fanno oggi i richiedenti asilo o aiuto umanitario)
alla ricerca della terra promessa (il sogno insopprimibile di ogni
uomo)
Andiamo dopo il Vangelo:
Migranti erano gli Apostoli che dopo la risurrezione di Gesù partirono verso nuove terre e nuovi porti….
San Pietro sbarcò in Puglia per poi arrivare a Roma diventando il primo papa della storia del cristianesimo
San Giovanni Apostolo invece si spostò in Anatolia occidentale, nell’Asia Minore, in particolare a Efeso
Migrante fu San Paolo che viaggiò prima in Grecia e poi in Turchia, per poi essere arrestato ed arrivare a Roma
Mi fermo ai tre principali personaggi che dopo la morte di Gesù hanno
maggiormente diffuso il cristianesimo nel mondo allora conosciuto.
Noi credenti di oggi, siamo il frutto di quei migranti, che ebbero il
coraggio di lasciare tutto per andare ad evangelizzare il mondo.
Al centro di tutto Gesù, che non era un migrante, ma che nei suoi unici
tre anni di predicazione prima della morte è stato sempre in cammino,
non aveva una casa, non aveva proprietà, viveva per la strada e nelle
strade incontrava persone, parlava, insegnava….
Certamente il
cristianesimo è la religione della strada, è lì che si svolge la
vita….incontrando e conoscendo chi ti passa accanto, chi la vita ti
mette accanto, chiunque esso sia….
L’incontrario di quello che
stiamo facendo noi, richiudendoci nelle nostre paure, dietro le porte
delle nostre case, dentro i nostri confini, magari agitando in mano un
segno che ci richiama alla religione a cui diciamo a parole di credere.
Il cristianesimo è un modo di vivere, è uno scommetere sull’amore e non
sul nemico, non è un simbolo da appendere o da tenere in casa o
addosso.
Una sfida per noi stessi, ogni giorno che investe la nostra personale coscienza e la nostra personale esistenza.