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Il melograno, mia mamma e l’Urp; l’insegnamento di un sogno…

La melagrana è sempre stata per me un frutto molto bello.

Ad iniziare dall’albero e dai suoi fiori, fino ai colori del frutto maturo con il giallo della sua buccia esterna che piano piano si trasforma in un rosso intenso, così come i chicchi a volte dal sapore più agro, altre volte dolcissimi.

Ci annuncia l’autunno che sta per arrivare, con il suo tepore e con i suoi colori ….

Un frutto che è lento nel suo processo di maturazione, e una volta colto, lento anche nel suo percorso di conservazione.

Un frutto che richiede tempo anche nel mangiarlo, con quel mettere in bocca un chicco dietro l’altro; un frutto da assaporare lentamente.

Ha un forte senso evocativo perché anche nei sogni richiama spesso alla pazienza….

Alcuni anni fa ho fatto un sogno molto bello che ormai è impresso nella mia mente e che credo non scorderò più.

Ero con mia mamma, lungo il Corso Italia a San Giovanni di fronte alla mia banca e in ginocchioni lungo la strada stavamo mangiando una melagrana, chicco dopo chicco, con calma assaporandone il gusto.

Un sogno che mi ha colpito perché mi ha spinto ad associare il tesoro che questa donna mi ha donato, la cui costruzione richiede tempo e pazienza.

Ma è poi un tesoro da dover custodire e far fruttificare, come si fa di solito con le cose preziose attraverso una banca…

 Naturalmente quel tesoro non è fatto di soldi o di ricchezza materiale, Flora non è mai stata ricca e mai lo sarà, ma è fatto di quello che lei ha più costruito in questi anni, ovvero il saper tenere insieme le persone a lei care attraverso le relazioni.

Niente ha perso mia mamma, lei che è cresciuta senza una famiglia, delle relazioni importanti per la sua vita.

Lo ha saputo fare con la pazienza di cui è capace chi lascia agli altri la libertà di essere se stessi, senza mai invadere una strada, rispettandone i tempi, gli sbagli, le scelte, senza mai intromettersi più del dovuto, sapendo che il rapporto con quella persona cara valeva più di un dissenso o di una contrarietà.

Lei donna poco istruita, ricca però della sua esperienza di vita, ha fatto in modo di dire ciò che pensa, senza che quel suo pensiero determinasse mai una rottura.

Ha accettato i cambiamenti delle relazioni, continuando ad amare la persona.

E lo ha fatto con la stessa costanza e pazienza che ci vuole prima a far maturare una melagrana e poi, chicco dopo chicco a gustarne il sapore.

Scoprendo che magari quel nuovo sapore che nasceva da un rapporto che cambia  era lo stesso buono, dolce, oppure se più agro, da non gettare lo stesso, perché anche i sapori che cambiano nella vita di ciascuno di noi sono importanti…

Questo sogno mi accompagna da diversi  anni. E le melagrane continuano ad essere il mio frutto preferito.

Anche le relazioni sono da molto tempo uno spazio importante della mia attivita’ professionale.

Strano il destino che ha voluto che vivessi una buona parte della mia giornata e della mia professione, con intorno un giardino dovesi trovano 3 alberi di melograno.

E’ il giardino dell’Urban Center dove ha sede l’Ufficio Incomune, che da quasi 20 anni è il nome a Montevarchi dell’ufficio per le relazioni con il pubblico (urp).

L’Ufficio Incomune è lo spazio dove si curano le relazioni nel rapporto spesso difficile e complicato tra cittadino e amministrazione.

Per chi come me sogna la melagrana, e lavora favorendo le relazioni, è molto di piu di un semplice caso.

Sì perché l’altro segno importante associato al melograno nei sogni è la fecondità.

Non posso allora non pensare alla fecondità dei rapporti che negli anni in questo spazio pubblico, insieme a colleghi meravigliosi, si sono creati.

Relazioni intense e positive con tanta parte di questa città.

Così nella mia mente mi costruisco l’immagine che queste piante di melograno fanno così tanti frutti, perchè vicino a loro, persone belle ricche di pazienza e di volontà come i miei colleghi, ogni giorno costruiscono nuove relazioni a Montevarchi.

 E che d’altra parte in uno spazio come questo, non potevano non crescere e fortificarsi piante come il melograno.

Pazienza e fecondità, lenta costruzione di nuovi rapporti, in questo senso mia mamma è densa di insegnamento, rappresentato da quel lento mangiare del frutto del melograno che lei fa insieme a me nel sogno…

E’ questa la ricchezza che resta, la ricchezza da non disperdere, da custodire in quella banca che è la nostra anima.

A pochi mesi dalla fine della mia esperienza professionale, aver provato a costruire un ufficio come l’Urp (che altro non è che un’opera pubblica la cui fondamenta si basa sulla capacità delle persone di tessere relazioni), è un modo di aver reso concreto quel sogno …

Insieme alla mia vita personale dove ho cercato, anche nel cambiamento, di tenere e non disperdere, di non gettare tutto al vento, assaporando chicco dopo chicco, anche il gusto di un nuovo frutto, a volte di una melagrana più agra, a volte più dolce, ma sempre un frutto che andava la pena di assaporare ….

Commenti (4):

  1. Adriana

    13 Settembre 2022 at 20:52

    Bravo Piero bellissima similitudine. Io che ho avuto necessità dell’URP e tu anni orsono del sindacato, e un po’ ti conosco, apprezzo molto te e il Vs. lavoro e le relazioni e la comunicazione che avete saputo costruire. Ancora bravo.
    Adriana

    Rispondi
  2. Luisa

    14 Settembre 2022 at 12:12

    Bellissimo racconto Piero.. denso di significato
    ..evocativo e al tempo stesso molto reale..
    Grazie per la condivisione

    Rispondi

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