Non ho mai amato Renzi, fin da quando era Sindaco di Firenze.
Con lui si è assistito all’ingresso smisurato nella pubblica amministrazione di schiere di dirigenti a tempo determinato che altro non erano che suoi seguaci, persone scelte per soddisfare i suoi desideri di “capo”.
Reputo questo modo di fare uno dei più grandi problemi della pubblica amministrazione attuale, perché si sono create schiere di persone legate non all’ente dove lavorano, ma al “capo” pro tempore del momento.
Così è nato il suo cerchio magico.
Quando ci si lega a una singola persona, soprattutto nel campo del potere, si smette di pensare con la propria testa, si perde la prospettiva del bene comune (valore essenziale per me per lavorare nella pubblica amministrazione), si infrange la personale capacità di autonomia ed indipendenza perché il proprio interesse si lega a quello del “capo”.

Ma reputo Renzi una persona dalle indubbie capacità politiche se si intende la politica come ricerca del proprio interesse personale e di parte.
Dunque il perfetto risultato di un uomo non certamente di sinistra (non lo è mai stato), cresciuto all’ombra di una sinistra che negli ultimi 25/30 anni (dall’avvento di Berlusconi in poi) non ha mai saputo ritrovare la propria strada.
Quella di stare al fianco degli ultimi, di combattere le disuguaglianze sociali, di difendere i diritti conquistati in anni di lotte, di perdersi invece dietro alle lobby del momento, legandosi in modo stretto al mondo finanziario, smettendo di cercare il bene comune.
Mi verrebbe da dire che i politici di sinistra nella maggior parte dei casi hanno tradito i valori della sinistra stessa, costruendo dentro di sé con Renzi “il figlio perfetto”.

Così Renzi , da ottimo “rottamatore” di tutti i suoi avversari, ha sfruttato la pochezza politica del contesto in cui ci muoviamo da anni ed ha fatto quello che per lui e i suoi seguaci è certamente un capolavoro.
Ha rotto una possibile futura alleanza tra Pd e 5Stelle per la nascita di un movimento nuovo a sinistra;
Ha messo in crisi l’alleanza di centro destra, che con Draghi vedrà uno sfaldamento tra le forze populiste e quelle più moderate;
Avrà due anni di tempo per dare vita a un nuovo centro che permetta alla sua “Italia Viva” di trasformarsi in un nuovo centro in grado di raccogliere l’eredità di Berlusconi e lo sfarinamento di Forza Italia.
Renzi dirà sì a tutte le scelte di Draghi diventando il suo più forte sostenitore e in due anni impedirà anche a Conte di crearsi un proprio “partito” perché in politica due anni sono un’eternità.
Anche l’avvocato del popolo, paga, dopo Salvini, l’ego e il potere che stava accentrando su di sè.

Sarebbe anche affascinante tutto ciò (per chi crede in lui) se si fosse in un periodo storico quasi normale e per chi non crede più che la politica sia un servizio per la propria comunità, ma la ricerca spasmodica di essere sempre al centro del mondo.
In questo contesto sociale, sanitario ed economico, quella di Renzi è stata una scelta scellerata perché va contro gli interessi di noi cittadini che siamo stanchi, impauriti, impoveriti da una pandemia che sta cambiando il nostro modo di vivere.
Guardiamo attoniti cosa accade nel palazzo, un palazzo distante anni luce dalla nostra vita che ogni giorno sempre più perde sicurezze, sa che dovrà cambiare, ma non sa capire ancora l’orizzonte che si aprirà.
La politica dovrebbe starci accanto con questa prospettiva, invece abbiamo vissuto gli ultimi mesi come un incubo che si stringeva intorno a noi.

Ci sono momenti in cui la politica non può dividere un paese, eppure Renzi, nella sua storia politica ha fatto soprattutto questo: con Letta, con il PD, con Conte, con governi un giorno costruiti e la sera distrutti. “Demolition man” come lo chiama Travaglio, credo sia la sua giusta definizione.
Tutti sono “pedine” (anche i suoi fedelissimi) con cui giocare nel suo scacchiere. E quando perde fa come quel ragazzo che, non accettando la sconfitta (o di diventare un semplice attore di una coalizione), porta via con sé anche l’oggetto del gioco.
Poi ci sono tutti coloro che, da sinistra, per anni lo hanno esaltato, seguito, osannato (anche e soprattutto all’interno del PD) non rendendosi conto del personaggio politico che stavano contribuendo a costruire.

Dopo Berlusconi a destra, anche la sinistra ha costruito con Renzi il modello-tipo che è l’esatto contrario a ciò che di buono la “prima repubblica” ci aveva lasciato: la politica intesa come ricerca del punto di incontro di idee diverse, per il bene dei cittadini, che parte dal riconoscimento dell’avversario e non dal suo disconoscimento perché visto come il nemico.
Con Renzi si è costruito un modello spregiudicato che non ha un immaginario davanti a sé che non sia quello della sua vittoria personale, come se questa visione fosse anche quella necessaria al proprio paese.
Per questo mi faceva paura ieri, mi fa paura oggi e continuerà a farmi paura domani Matteo Renzi, perché impersona ciò che non mi piace della politica, ciò che rifiuto, perché come Berlusconi ieri, lui oggi rappresenta l’interesse personale che non guarda in faccia nessuno.