Chi di noi non è figlio di una vecchia canzone, o non ha una strada da ricordare nella suo percorso di vita, una strada che ha segnato una svolta, un incontro, come scrive Antonello Venditti nella sua splendida “Sotto il segno dei pesci”?
La giornata della musica, che coincide con il 21 giugno, inizio del solstizio d’estate mi porta con la mente a testi, melodie, suoni che fanno parte del mio percorso su questa terra.
Così ancora oggi a 63 anni suonati, raramente esco di casa e non mi trovo a cantare dentro di me pezzi che sono essi stessi diventati parte di me.
Oppure ad ascoltare canzoni mentre corro lungo i prati della campagna, testi sentiti e risentiti ma che ogni volta mi suscitano emozioni e ricordi. La mia canzone preferita per iniziare a correre è “Andrea” di Dè Andrè, non so perché ma mi predispone alla fatica che sto per iniziare.

Oppure in moto in queste calde mattine di estate scendendo lungo la strada di Mercatale, immerso tra gli alberi dei boschi e con lo sguardo che si proietta verso il Pratomagno mi piace cantare “Il cantico delle creature” che mi predispone alla bellezza che mi circonda.
E quando sono in macchina da solo, ascoltare “L’illogica allegria” di Gaber con quelle sue bellissime parole “da solo, lungo l’autostrada, alle prime luci del mattino…. A volte spengo anche la radio e lascio lo sguardo al finestrino… lo so del mondo e anche del resto, che tutto va in rovina…. Ma di mattina, mentre la gente dorme, con il suo normale malumore, mi può bastare un niente, forse un piccolo bagliore, l’aria già vissuta, un paesaggio che ne so… e sto bene, come uno che si sogna, non lo so se mi conviene, ma sto bene…. Che vergogna….”.

Ci sono canzoni che rappresentano parte della nostra storia personale, tappe importanti.
Certamente per me “Blowin’in the wind” e “Mr tamburine Main” di Bob Dylan che hanno accompagnato i miei anni del liceo e poi la stessa “sotto il segno dei pesci”, e “Generale” di De Gregori, canzoni che hanno segnato il passaggio da ragazzo a giovane uomo, insieme a “Non farti cadere le braccia” di Bennato, il primo cantautore che ho visto in concerto in Pineta a San Giovanni forse nel 1975 con armonica e tamburino ai piedi.
“Non so, non so, se ti è capitato mai, di dover fare una lunga corsa, ed a metà strada stanco dire a te stesso adesso basta. Eppure altri stan correndo ancora, intorno a te e allora… non farti cadere le braccia, corri forte, ma più forte che puoi, non devi voltare la faccia, non arrenderti né ora né mai”, un testo nella mia adolescenza che mi aiutava anche a confrontarmi con il mondo dello sport, a non mollare….

Ma anche un brano come “Dio è morto”, un testo così pieno di speranza, “Perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge, in ciò che noi crediamo Dio è risorto, In ciò che noi vogliamo Dio è risorto, nel mondo che faremo Dio è risorto”, è una canzone importante e rappresenta il preludio anche a una stagione di impegno sociale e civile
E come non pensare attraverso “Father and Son” di Cat Stevens prima al rapporto tra me e mio padre, ma poi, con il trascorrere degli anni anche a vedere il mio essere padre verso mio figlio, in un passaggio di situazioni che solo alla fine si può capire. Così in questo bellissimo dialogo il padre dice: “Non è tempo di cambiare, siediti, prendila con calma, sei ancora giovane, questa è la tua colpa, ci sono ancora molte cose da affrontare…” e il figlio ribatte: “Come posso tentare di spiegarmi, se lui ancora una volta distoglie l’attenzione… È sempre la stessa vecchia storia… È dura, ma è anche duro ignorare tutto…”

E da giovane uomo la scoperta di Battiato, un’ascolto che non si è più fermato, soprattutto quando ha intrapreso con canzoni come “Nomadi” e “Ti vengo a cercare” un cammino verso una forte spiritualità, fino a “Tutto l’universo obbedisce all’amore” oppure al suo bellissimo testamento del 2019 con “Torneremo ancora”: “… La vita non finisce, è come il sogno, la nascita è come il risveglio…. finché non saremo liberi torneremo ancora, ancora e ancora…”. Parole bellissime che danno un senso di continuità alla nostra vita che neanche la morte sembra interrompere.
Battiato è ora l’autore che più ascolto nelle mie giornate forse perché coincide con una maggiore maturità. Nella sua “Prospettiva Nevski” e nelle parole “…e il mio maestro mi insegnò come è difficile trovare l’alba dentro all’imbrunire”, c’è un invito a saper trovare la luce nel buio che spesso accompagna la nostra vita, quello sforzo continuo che dobbiamo compiere nell’affrontare le situazioni di difficoltà dove il buio pare vincere, ma dove, se abbiamo la forza di affrontarlo, alla fine troviamo una nuova luce e una nuova strada.

Ma anche Ligabue ha un suo perché nel mio cammino, non solo con “Una vita da mediano” che mi ricorda i lunghi anni di calcio, prima da giocatore e poi da allenatore, ma anche perché “Il peso della valigia” ha aperto una stagione nuova del mio cammino: “E gli occhi han preso il colore del cielo a furia di guardarlo…. E con quegli occhi ciò che vedevi, nessuno può saperlo…”, momenti di trasformazione e di nuovi incontri.
O la canzone che mi ricorda Romena e l’esperienza bellissima del primo corso con Pigi, “L’amore fa” di Ivano Fossati: “ L’amore fa begli gli uomini, sagge le donne l’amore fa, cantare le allodole, dolce la pioggia d’autunno. E vi dico che fa viaggiare, sì illumina le strade, fa grandi le occasioni di credere e di imparare….”

Lucio Dalla come Franco Battiato è una presenza costante lungo questo cammino, fa parte di quella schiera di personaggi che mi hanno accompagnato e mi accompagnano per un lungo tratto della mia strada, come una presenza leggera, ma costante. “Le rondini” è la canzone che oggi più ascolto e queste sue parole racchiudono l’essenza della nostra ricerca dell’amore: “vorrei seguire ogni battito del mio cuore, per capire cosa succede dentro e cos’è che lo muove, da dove viene ogni tanto questo strano dolore, vorrei capire insomma che cos’è l’amore, dov’è che si prende, dov’è che si dà….”.
In questa fase della vita ascolto volentieri brani come “Il vecchio e il bambino” di Francesco Guccini perché mi avvicinano al mio ruolo di nonno, ma anche di sognatore con quella capacità di poter guardare lontano:
“… Immagina questo coperto di grano, immagina i frutti e immagina i fiori, e pensa alle voci e pensa ai colori…” e quella capacità di immaginare cose che si possono poi, con il proprio impegno e passione, realizzare, in quella bellissima trasmissione di pensieri e valori tra generazioni diverse.

E vorrei terminare questa carrellata di ricordi attraverso le canzoni, con una brano recente forse meno conosciuto, ma così bello e attuale che richiama noi adulti a un grande senso di responsabilità: “io sono l’altro di Niccolò Fabi: parole come “… Puoi trovarmi nello specchio, la tua immagine riflessa, il contrario di te stesso… Io sono l’altro, sono l’ombra del tuo corpo, sono l’ombra del tuo mondo…. Quello che il tuo stesso mare lo vede dalla riva opposta, io sono tuo fratello, quello bello….” ci spingono a vedere il mondo degli altri, di chi non la pensa come noi, a vederle come persone portatrici anche loro di verità e che esiste una visione diversa dalla nostra che ha la nostra stessa dignità.
La musica è poesia, ma è anche filosofia, è pensiero, è invito alla riflessione, a dare un senso anche alle diverse stagioni che viviamo.

Sì c’è sempre una strada che ci aspetta, c’è sempre una vecchia o nuova canzone che ci aiuta a ricordare quella svolta, quell’incontro, in un cammino dove si è sempre alla ricerca di qualcosa, perchè alla fine, come dice sempre Antonello Venditti nella sua “Sotto il segno dei pesci”, “tutto quello che si cerca e che si vuole è solamente amore, ed unità per noi…”
Tessa
22 Giugno 2022 at 17:53
Mi fa estremamente piacere amare la stessa musica che piace a te.
La mia musica è la musica della mia infanzia, vissuta e ascoltata e cantata a squarciagola nei viaggi con il mio babbo.
Ancora oggi Faber, Guccini e Battisti mi accompagnano nei momenti di difficoltà. L’altra musica che amo è quella dei cerchi al fuoco degli scout.
Niente mi solleva di più che cantare al Signore, perché, e non lo dico io 😉, chi canta prega due volte.
Pierluigi Ermini
23 Giugno 2022 at 11:26
Ciao Tessa, grazie del tuo commento anche a me fa piacere di condividere con te questo aspetto importante della nostra vita. Un grande abbraccio