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La politica e Sanremo; c’è proprio bisogno di supereroi…

L’Italia è proprio un paese stravagante, dove anche un semplice spettacolo di intrattenimento come Sanremo, riesce ad accendere polemiche politiche.

Non è la prima volta che accade, e non sarà l’ultima, ma tutto ciò non è  certo positivo.

Le prime notizie dei giornali in queste ore sono dedicate non solo alla canzone vincente e alla competizione canora, ma alle parole che da quel teatro sono uscite in questi giorni.

Dopo la notte dei verdetti e la fine del programma, si deve ringraziare Sanremo se alcuni dei temi spinosi della nostra società (razzismo, bellezza della nostra Costituzione, parità di genere, inospitalitá della vita nelle carceri soprattutto di quelle minorili, ecc…) vengono affrontati.

Magari con uno sguardo al femminile che offre a tutti noi una visione nuova e più aperta.

Non si affrontano in Parlamento o nelle assemblee di partito, ma nei ritagli di tempo tra una canzone e l’altra, suscitando comunque clamore e polemiche.

Segno di un paese culturalmente povero, non più disponibile al confronto, dove tutto si perde in superficie.

Da persona di sinistra,  mi viene da pensare che, in un momento così silenzioso e così poco incisivo del pensiero e delle azioni delle attuali opposizioni, si deve ringraziare Sanremo se almeno si aprono questi spazi.

In questi giorni dal palco dell’Ariston è partita una riflessione che mette a nudo i limiti della visione che ci viene offerta da questo governo e dalla sua maggioranza.

Ma non perché Sanremo sia una trasmissione di sinistra, come qualche politico ha detto.

Appare però chiaro che se si dá un minimo di spazio a una riflessione che si basa sul rispetto e sulla dignità delle persone e si prova ad andare più in profondità sui valori che ci legano insieme, i limiti della nostra classe politica vengono tutti a galla.

Strano che nel momento in cui proprio una donna per la prima volta è alla guida del nostro paese, siano proprio altre donne, artiste, influencer, sportive, a spingerci a pensare su dove sta andando, in tema di diritti sociali, questa nostra società.

Non ci dobbiamo illudere neanche noi che ancora speriamo nella costruzione di una sinistra che sia paladina della lotta alle disuguaglianze sociali, perchè siamo messi proprio male.

Tutto ciò accade anche perché la sinistra in questi anni ha tradito se stessa.

Una volta avevamo dei leader che ci facevano sognare e sperare in un’Italia più attenta ai diritti delle persone, a una scuola che offriva opportunità anche a chi ha meno possibilità, a una sanità in grado di curare tutti, alla speranza di un lavoro dignitoso.

Oggi ci emozioniamo per le parole ascoltate a Sanremo spesso in orario quasi notturno, dopo la mezzanotte, alla fine di canzoni più o meno belle.

Quelle parole e monologhi sono una semplice dimostrazione che il pensiero dell’essere umano, quando esce da un contesto impersonale, è stimolato alla riflessione e si mette in ascolto e in ricerca, rifiutando di accettare soluzioni semplicistiche a problemi complessi.

Attraverso le storie di uomini e donne che soffrono, che sono privati di quella libertà a noi così cara, sono perseguitati, spesso anche uccisi o vivono in situazioni di disumanità, siamo spinti a dare risposte che vengono dal profondo della nostra esistenza.

È quanto è  accaduto in queste sere di Sanremo, grazie soprattutto alle donne che ci hanno parlato di temi importanti, uscendo dai luoghi comuni e dall’impersonalitá della vita a  cui una classe politica povera di valori, ci sta portando.

Così oggi da destra si parla di possibili epurazioni televisive, mentre da sinistra si continua questo assurdo silenzio contro le scelte quotidiane fatte dal governo.

Ora gli opinionisti di turno dei prossimi giorni trasformeranno Amadeus in un cospiratore di sinistra, o viceversa in un salvatore di valori, mentre non  ci rendiamo conto del degrado culturale e sociale in cui questo paese annaspa ogni giorno.

Ci vorrebbero dei “supereroi” come canta Mr. Rein per farci uscire dal vuoto che si apre intorno a noi, ma i supereroi, negli spazi del dibattito politico non si intravedono.

Allora, anziché pensare ad una Sanremo di sinistra e un Amadeus come nuovo comunista, è più  importante riascoltare quei brevi monologhi notturni dove si parla di razzismo, parità di diritti, di giovani abbandonati nelle carceri minorili, di libertà delle donne, di desiderio di esprimere cosa si sente, per approfondirne la conoscenza e acquisire maggiore consapevolezza.

Magari potremmo essere stimolati a riappropriarci, in prima persona di un impegno civile che deve diventare una scelta di vita, per non delegare solo a questi nostri rappresentanti e amministratori il nostro futuro.

Forse così potremmo scoprire che in fondo i supereroi siamo noi.

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