Non so se avete mai letto il capitolo 37 del libro del profeta Ezechiele nella Bibbia che si intitola le ossa aride. È dedicato alla visione del profeta che in spirito viene portato da Dio in una valle piena di ossa.
Il Signore lo interroga e gli dice “Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere?”

È una delle pagine per me più belle della Parola di Dio, con la visione di queste ossa inaridite, che, grazie all’azione di Dio che si manifesta nella profezia di Ezechiele, si riuniscono. Intorno a queste ossa la carne ricresce, e con l’arrivo dello spirito che viene dai quattro venti, ritorna la vita….

É il passaggio dalla morte alla vita….
Ho sempre pensato che questa pagina rappresenta l’incontro con Dio che cambia il corso della nostra storia personale….
Ogni volta che rileggo questo passo mi commuovo e penso che questa è la nostra grande speranza e in fondo la bellezza della rinascita che può accadere ogni volta che la nostra esistenza diventa arida….
Gli aspetti che più mi colpiscono di questa pagina in fondo non riguardano l’azione di Dio che torna a far rivivere l’uomo, ma la richiesta di Dio a Ezechiele di profetizzare, ovvero di annunciare al mondo la vita che trionfa sulla morte e la capacità dell’uomo di credere in questa promessa.

É quanto ancora oggi Dio fa con ciascuno di noi.
Ci sono opere che ben rappresentano l’incontro di Dio con ciascuno di noi, come “la creazione di Adamo” di Michelangelo, affresco della Cappella Sistina, con le due dita che si toccano; in quello sfiorarsi avviene la trasmissione della vita spirituale da Dio ad Adamo.

Oppure la conversione di San Matteo di Caravaggio esposta nella Chiesa San Luigi dei Francesi sempre a Roma, dove questa volta è Gesù a chiamare Matteo a seguirlo, indicando con il dito l’esattore delle tasse, che con una mano ancora trattiene i soldi sul tavolo. Il volto di Matteo resta stupito da questa chiamata che gli cambierà la vita scoprendo quella che sarà la vera ricchezza; la scoperta dell’amore.

La storia del profeta Ezechiele si trova racchiusa negli affreschi della sinagoga siriana Dura Europus, oggi custodita nel museo di Damasco, tra cui anche la parte che riconduce al passo delle ossa aride.
Dipinti antichissimi e di rara bellezza, così come bellissime sono le opere di Michelangelo e Caravaggio. Opere intense che ci parlano, ci stupiscono, ci spingono ancora oggi a cercare questo Dio il cui unico desiderio è di insegnarci ad amare.
Potremo anche noi permettere a Dio di farci rivivere? Potremo toccare il dito di Dio? O magari rispondere si alla chiamato di Cristo?

Occorre la capacità visionaria di Ezechiele (racchiusa in un altro bellissimo dipinto, questa volta realizzato da Raffaello) perché ciò accada. Vuol dire credere che lo spirito agisce nel mondo, nella nostra storia personale e ogni volta che l’aridità si impossessa di noi, Dio è pronto a donarci il suo spirito per riaprire il nostro cuore.
“Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti” – continua la pagina di Ezechiele, ma Dio non ci lascia soli e fa annunciare al profeta ” Ecco io apro i vostri sepolcri, vi riuscito dalle vostre tombe…farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete…..l’ho detto e lo farò….” come quel dito che sfiora quello di Adamo, e come la chiamata di Gesù a Matteo, Dio è qui accanto a noi a rinnovare ogni giorno la sua promessa.