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Sognare il sogno impossibile. Come aiutare i nostri ragazzi a diventare costruttori di relazioni

Ultimamente ho avuto modo di
incontrare una splendida persona, Rosario Esposito La Rossa, con il quale siamo
in contatto da alcuni anni grazie a Libera. 
Rosario sta girando l’Italia
in questi giorni che precedono il Natale per vendere il suo “Pacco di Scampia”,
 che prende il nome dal quartiere di
Napoli dove vive e conosciuto da molti solo per essere luogo e spazio dominato dalla camorra. 
Eppure basta fare un viaggio
in quel quartiere per vedere con i propri occhi come le cose stanno cambiando,
giorno dopo giorno. 
Rosario circa 10 anni fa ha
aperto
Scampia, insieme a Maddalena Stornaiuolo (oggi sua moglie),
l’associazione Vo.di.Sca (acronimo di “Voci di Scampia”) in memoria
di suo cugino, 
Antonio Landieri, vittima innocente di camorra. 
Da qui sono nate la “Fabbrica
dei Pizzini della Legalità” che raccoglie migliaia di volumi, una squadra
di rugby, il marchio “Made in Scampia”, con un
progetto di imprenditoria giovanile, una Scuola di Calcio l’Arci Scampia, tra le realtà italiane di maggiore qualità e con circa 500 bambini, un laboratorio
teatrale con una compagnia che si esibisce in tutta Italia, un ristorante nel
quartiere gestito in collaborazione da donne napoletane e donne di origine Rom,
 La Scugnizzeria, un centro di formazione
teatrale e letteraria tra Scampia e Melito di Napoli dove ogni giorno operano
centinaia di ragazzi.
Questi giovani oggi gestiscono anche una piccola
radio.
Il loro tour in Italia e la vendita dei pacchi (che contengono
libri da loro scritti o restaurati) ha lo scopo di raccogliere 22.000 euro perché
hanno bisogno di ampliare le loro attività perché mancano gli spazi per gestire
le loro iniziative.
Sognare il sogno impossibile a Scampia non è più una utopia ma qualcosa che giorno dopo giorno sta diventando concretezza.
Ascoltando Rosario, la passione che traspare dalle sue parole
quando racconta delle sue giornate con gli “scugnizzi” di Scampia, che, vivendo
all’interno di una realtà così difficile, stanno dando un senso nuovo alla loro
vita, mi è venuto di pensare ai nostri ragazzi e ai modelli che ad essi vengono
proposti.
Qui entriamo in causa noi adulti sempre più rintanati
nelle nostre paure e nei nostri mondi, spesso incapaci di offrire occasioni di nuove scoperte ai nostri figli, o l’opportunità di
vedere la bellezza di tante esperienze che ci circondano.
Allora tu che stai leggendo queste parole, e magari sei
genitore di un ragazzo adolescente, perché al suo prossimo compleanno non provi
a regalare, al posto di uno spento o anonimo regalo, o un videogioco o un
cellulare, un bel viaggio di tre giorni a Scampia da Rosario, affinchè possa
stare con lui, visitare la Scugnizzeria, andare una sera al ristorante di
Scampia, vedere come si salvano e si scrivono libri o si fa radio. Lì a Scampia
sono in grado di accogliere gruppi di persone e fargli conoscere una realtà che
sta cambiando.
Oppure per te genitore che sei in un consiglio di istituto di
una scuola superiore, anziché accettare una tiepida e insignificante vacanza
sulla neve a sciare  per una settimana
che viene proposta, non provi tu a proporre all’istituto una gita istruttiva
di una settimana all’interno di una cooperativa che opera sui beni confiscati
alle mafie al sud, per dare un po’ una mano a loro e conoscere chi opera
legalmente in agricoltura, le associazioni dell’antimafia, le famiglie delle
vittime innocenti di mafia.
Oppure per le feste di Natale perché non organizzare una piccola
gita al quartiere Sanità sempre a Napoli per scoprire le bellezze che i ragazzi
di quel quartiere stanno facendo accanto a un prete, a delle suore e volontari
e per cogliere le meraviglie di una visita organizzata alle chiese nelle
catacombe guidata dagli “scugnizzi” del quartiere, oppure assistere a un
concerto del loro gruppo musicale.
Ma sono tante le esperienze positive che possono essere
proposte, frutto tutte di relazioni che creano vita, danno un nuovo senso al
nostro abitare questa terra, in qualunque parte ci si trovi.
E non c’è neanche bisogno di fare tanta strada, basta salire
la collina del Colle dei Cappuccini e suonare il campanello della comunità “Nuovi
orizzonti” dove un gruppo di giovani stanno uscendo da periodi duri della loro
vita, oppure prendere l’auto ed arrivare sopra Pistoia per scoprire la
meraviglia del centro della Dinamo Camp dove si cerca di aiutare persone che
hanno varie forme di disabilità, o sempre qui da noi scoprire la bellezza che si
respira tra le madri e i loro piccoli accompagnate nel loro cammino di
rinascita dalle nostre “suorine” della Fraternità della Visitazione. Oppure
trascorrere un’ora in uno dei Centri di Assistenza Stranieri per entrare in
contatto con storie più grandi di noi e verso le quali sarebbe molto più
intelligente fermarsi solo ad ascoltare imparando a trattenere le nostre troppe
“stupide parole”.
E capire che sono i giovani come Rosario e gli altri di cui qui
si è parlato il modello da proporre anche ai nostri figli, e che fargli
conoscere queste esperienze vuol dire offrirgli una bella opportunità per
crescere e diventare domani anche loro dei costruttori di relazioni.
L’incontro con Rosario Esposito La Rossa in Valdarno
   
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